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Tutto è cominciato così
La sua storia inizia con una diagnosi difficile, poiché le è stata diagnosticata un’ostruzione delle tube di Falloppio, che incideva direttamente sulla sua fertilità. Dopo essersi sottoposta a un intervento per rimuoverle, Cheryl e suo marito iniziarono ad esaminare le possibilità per poter creare una famiglia. Data la loro situazione, hanno scelto di informarsi sui trattamenti di riproduzione assistita.
Quando una coppia decide di sottoporsi ad un trattamento di fertilità, sorgono molti dubbi, e il principale è la scelta della clinica dove realizzare l’intero processo.
Cheryl, di origini britanniche e suo marito, spagnolo, hanno cercato di effettuare il trattamento attraverso il sistema sanitario pubblico spagnolo e anche attraverso l’NHS nel Regno Unito. In nessun dei due paesi è stato possibile a causa della sua età, cosí hanno iniziato a considerare la possibilità di recarsi a una clinica privata di fertilità. Cheryl vive in Spagna da sette anni e la considera come casa sua, per questo hanno deciso di iniziare i trattamenti qui.
Il loro medico di famiglia li consigliò di recarsi presso la Clinica Tambre
Cheryl racconta che quando lei e il suo compagno sono entrati nella Clinica Tambre, si sono sentiti come in casa, l’équipe medica ha spiegato a loro tutte le opzioni che avevano, hanno risolto tutti i dubbi che avevano e ha dato a loro tutto il tempo necessario. “Siamo rimasti molti colpiti dalla calorosa e completa accoglienza”, afferma. Inoltre, tutte le informazioni sono state date in spagnolo e in inglese, abbattendo ogni barriera linguistica e facilitando la comprensione di qualcosa di così importante come la creazione di una famiglia.
Lo stesso giorno avevano programmato di andare in altre tre o quattro cliniche ma non appena hanno finito la loro prima visita alla Clinica Tambre, hanno cancellato il resto dei loro appuntamenti programmati. Sapevano che erano appena usciti dalla clinica giusta per loro.
Un caso difficile ma con un finale felice
In questo modo, la coppia ha iniziato il suo cammino verso la paternità al nostro fianco; un’esperienza che, come le montagne russe, ha avuto i suoi momenti di gioia e di difficoltà.
Non trovano le parole giuste per ringraziare il lavoro della Dott.ssa Esther Marbán e la Dott.ssa Elena Santiago, che sono state coinvolte al massimo e che, con la loro comprensione e professionalità, li hanno accompagnati e li hanno fatti sentire bene anche nei momenti più difficili. Cheryl afferma che quello che aveva con loro era più di un rapporto medico-paziente, considerandole quasi due membri in più della sua famiglia. “è stato quando avevamo più bisogno di aiuto che abbiamo ricevuto più sostegno”, dice nella sua testimonianza.
Durante le sue prime visite nel centro, l’équipe medica ha studiato il suo caso in dettaglio, facendole tutti gli esami necessari. Pur conoscendo la complessità del caso, in un primo momento si cercò di ottenere la gestazione utilizando i propri ovuli, ma purtroppo non ha avuto risultati. Per lei e il suo partner era una realtà difficile da accettare, ma non erano disposti a rinunciare al loro sogno di diventare genitori. Fu in quel momento che le sue dottoresse le consigliarono di riprovare, ma questa volta con gli ovuli di una donatrice.
Logicamente, i futuri genitori avevano dubbi o timori riguardo il trattamento di ovodonazione. Capire di dover ricorrere alla ovodonazione fu complicato, sopratutto per Cheryl. Era preoccupata che il suo bambino non avrebbe avuto i suoi geni e, quindi, le origini metà spagnole e metà inglesi.
In una situazione delicata come questa, i pazienti hanno bisogno di sentirsi compresi e ogni professionista della riproduzione assistita comprende il significato del fattore emotivo. Per questo motivo nella Clinica Tambre abbiamo un’Unità di Psicologia, guidata dalla nostra Dott.ssa Moreno Golmar, che offre supporto a tutti i pazienti che ne hanno bisogno.
Essendo un membro in più della clinica, conosce ogni caso da vicino ed è in constante comunicazione con gli altri membri dell’équipe medica. Cheryl ha apprezzato il fatto che nella Clinica Tambre l’assistenza psicologica è interna e inclusa nel trattamento. Sapeva che la psicologa era lì per lei e capiva cosa stava succedendo.
Avendo affrontato tutte le sue paure e compreso che la donazione di ovuli era la chiave per raggiungere il suo obiettivo, Cheryl capì che essere madre era più importante delle circostanze del trattamento. Ha concluso che ciò che è importante è la cura e l’amore che questi bambini ricevono durante la crescita. Come dice ora con convinzione: “I geni non sono ciò che rende felice un bambino”.
É così che si sente Cheryl adesso
Per lei, portare in grembo il suo piccolo per nove mesi è stato sufficiente e non può ritenersi più fortunata che un’altra donna l’abbia aiutata ad avere un figlio. In Spagna, la legge non permette alle madri riceventi e alle donatrici di conoscersi, ma Cheryl afferma che se ciò, per utopia, dovesse succedere, lei le darebbe un grande abbraccio. “Non sa quanto mi ha reso felice”, spiega con emozione.
Così è nato Luca, un bellissimo bambino di madre inglese, padre spagnolo e nome italiano. Per Cheryl la maternità è qualcosa di favoloso, un viaggio di apprendimento in cui ogni giorno si sente fortunata di vedere suo figlio sorridere. “Essere madre è un’esperienza meravigliosa, un sentimento magnifico, anche quando piange!”, confessa ridendo.
Ora, quando si guarda indietro e vede tutto quello che ha dovuto affrontare, Cheryl non può fare a meno di mandare un piccolo messaggio a tutti coloro che stanno per iniziare il trattamento di riproduzione assistita. Quello che questa madre consiglia è di non aspettare a iniziare il trattamento, perché anche se è un processo lungo, ne vale la pena. Raccomanda, inoltre, che la clinica che si sceglie, oltre ad essere rinomata e con esperienza, deve darvi fiducia e farvi sentire sicure. Infatti, stanno pensando di ampliare la famiglia nel prossimo futuro e si recheranno ancora una volta alla Clinica Tambre.
Così abbiamo conosciuto Luca
L’ultima volta che Cheryl ha varcato le porte della Clinica Tambre è stato pochi giorni fa con il suo bimbo tra le braccia. Incontrò nuovamente le due dottoresse e tutti le diedero un caloroso benvenuto. Si rese conto di essere emozionata perché, inevitabilmente, vide tutta l’esperienza che aveva vissuto sotto i suoi occhi e si rese conto di aver realizzato il suo sogno.